Sunday, April 15, 2007

Come dice Marcello il mondo non e’ imploso per la fortuita coincidenza. Con l’amico di Joni sono andata al bar e mi sono solo scappottata dal ridere. Piccolo e logorroico, con il viso tondo e il naso affilato, ha parlato di tutto e tutti velocissimo: da Noam Chomsky, alle cazzate di Joni, dal servizio militare, al teatro, dai suoi studi a San Francisco al suo futuro al MIT. Tutto veloce, tutto macchiato di battute, digressioni, salti e pacchette con le sue manine tonde.

Ad un certo punto gli ho detto: ma non riusciamo a fare una frase principale senza metterci tutte queste incidentali? Che mi gira la testa e mi viene la nausea...

Credo proprio che non lo rivedro’ mai piu’. Peccato. Quando andro’ a Tel Aviv, lui non ci sara’. Tiene cose da fare, esami da dare, robe da finire.

Gia’, gia’. Faccio un viaggio fino in Israele. Dopo anni e anni passati ad essere scambiata per ebrea dal russo di turno, vado nella mia patria putativa. Tov, tov….

Il mio italiano peggiora di ora in ora. Lo parlo sempre meno e lo scrivo per sbaglio

Friday, April 13, 2007

Sono tornata da Nuova Amsterdam e non vedo l'ora di andarmene dalla Vecchia.

Joni - da oggi lo chiamo acussi - mi aveva rincorso per giorni con la storia di questo suo amico che dovevo proprio incontrare che guarda caso sarebbe stato a New York proprio quando ci stavo io. Io dal canto mio, al solito non c'avevo balle. Ma chi me lo faceva fare di incontrarmi con il suo allegedly migliorissimo amico? Andavo a New York per rivedere Ingrid. Per allontanarmi da queste giornate fatte di corse da un angolo all'altro di Amsterdam, fatte di troppe persone al lavoro, troppe parole all'universita', poco sonno e troppi carboidrati in generale.

Per me New York e' principalmente casa di Ingrid, la sua famiglia e passeggiate al Central Park, accanto a cui lei ha la fortuna di vivere.

Ho cercato per un po' di fare la vaga. Del tipo, tu dammi il numero, caso mai lo chiamo, tu scrivi l'email che poi quando ho due minuti, poi vedo...

Quale non e' stata la mia sorpresa quando il giorno prima di partire trovo la mail del migliorissimo amico di Joni che mi scrive indicandomi il suo numero di telefono e soprattutto il suo indirizzo. L'indirizzo? Beh, la casa di fronte a quella di Ingrid a Nuova Jorke. Disegno divino? Caso diabolico?

Monday, April 02, 2007

Aspetto Jonathan con piacere. Una delle poche persone che vedo e rivedo e ogni volta e' sempre come se tutta la vita non avessi fatto altro che vederlo e rivederlo.
Arriva verso sera. La bambina pure. Dobbiamo ripassare insieme. Lui sara' stressato al solito. Lei imperturbabile. Lui vorra' arrivare al dunque subito e avra' un sacco di domande gia' preparate. L'idillio durera' per un po'. Lui a chiedere. La bambina a rispondere. Io al solito, silenziosa freerider. Troppo confusa per chiedere. Troppo scazzata per rispondere. Ma sussumero' tutto e ricordero' al momento giusto. Come per magilla.


Se ne andra' dopo mezzanotte. Dopo che gli avremo chiesto piu' volte di dormire qui. Dopo che ci avra' pensato su, quasi accettato. Ma poi inforchera' la bici e se ne andra'. Sara' stressato e avra' troppe cose a cui pensare e da regolare. Sicuramente qualche ospite a casa.

Domani Advanced corporate finance. Poi New York.

In questa dolce primavera che mi sta sbriciolando con mani sicure, sto per concludere l'Universita'. Ho lasciato il lavoro e mi preparo a inventare una nuova storia da vivere.

E ancora una volta mi faccio fregare da Rimmel di DeGregori. Ma me lo perdono di cuore. Santa voglia di vivere.

saichemagarinonrispondo@gmail.com