Tuesday, July 17, 2007

Alla fine per Mosca ci parte Roni, con il contatto che il padre aveva preso per me. Da una parte mi sembra che mi abbiamo levato il pane da sotto i denti. Dall'altro mi sembra una cosa giusta. Il padre e il contatto erano i suoi. Mica i miei. E poi mi fa piacere che lei vada a vedere la mia Mosca. Che gia' mia non e' piu' e che gia' e' ben diversa dai miei ricordi. Mi fa piacere che quando arrivero' a settembre lei sara' li'.

Jonatan e' nero che Roni abbia deciso all'improvviso di partire per questa avventura che ho messo io in testa a tutti. Temo che in qualche modo ne faccia un po' una colpa a me. Ma forse sono i miei fantastici sensi di colpa introiettati durante i miei primi 25 anni in Italia.

E chi l'avrebbe mai detto che ci finiva lei a Mosca?

Aspetto con ansia che l'Ingrid americana mi scriva un paio di contatti dove dormire la notte.

Sono due giorni che sfrucugno i file della tesi e mi sembra di essere la regina dell'inefficienza e della stupidita'. L'indiano non torna. In teoria ci dovevamo vedere oggi ma non mi ha scritto e allora io col cavolo che mi sposto di casa. E siamo gia' al 17. Ci vorra' un miracolo per fare tutto. Ci vorra'.

Ieri ho cercato di andare in palestra dove Niki mi ha constretto ad iscrivermi per poi latitare lei per prima, io per imitazione. In tutto saro' andata 6 volte. Ogni volta che ci vado mi sento un barbapapa' affetto da labirintite. Per fortuna che mentre ero di strada e' venuto giu' un temporale del fischio e ho desistito dal proposito di umiliare il mio ego di fronte ai grandi specchi della palestra.

Ma a Mosca come faro' senza jogging?

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