Wednesday, January 30, 2008

Glielo racconto ed e' come se si incazzasse. E' molto difficile in genere definire i sentimenti che gli passano dentro, se mai gliene passano. Che mi viene spesso il dubbio. Ma questa volta mi pare cogliere dall'altro capo del telefono un certo irato fastidio.
E sempre la solita arida domanda: perche'?
Ogni volta ci deve essere il perche' e non sono ammesse circostanze causali generiche. Ci deve essere un perche' o comunque una motivazione rissumibile in soggetto, verbo, complemento.
'Beh, non so perche'

Di solito evito di utilizzare tale spiacevole constatazione che irremediabilmente mi fa sentite inadeguata alle sue aspettavive.
Vorrei pensare che magari il latte della compassione umana lo abbia inumidito e che sia geloso del fatto che alla fine ero stata invitata fuori a cena dal mio collega. Invece si intestardisce a chiedere perche' abbia trascinato il mio giovane rampante trader di contratti futures e opzioni in una casa occupata. Che lui in un posto cosi' non ci andrebbe mai.
Che cosa voglio dimostrare?
Ma niente. Mi era venuta cosi' per caso l' idea. Mi ha chiesto di scegliere il ristorante e io l'ho portato al centro sociale. Prima gli ho fatto levare la cravatta. Pensavo si sarebbe spaventato. Ed in effetti all'inizio era un po' agitato. Ma secondo me perche' abbiamo sbagliato porta e invece della sala ristorante, siamo finiti nella sala sauna ed erano tutti nudi.
"Cioe' , lui pensava che bisognava mangiare nudi.."
Poi una volta trovata la stanza, abbiamo ordinato il piatto della casa da due rasta e con le birre ed il dolce abbiamo pagato 10 euri.
Alla fine e' andato tutto bene. La birra era buona e i tipi attorno a noi rollavano spinelli. Il giovane collega sembrava quasi divertirsi.
"Secondo me sembrava quasi divertirsi..."
E dall'altra parte della cornetta, il racconto suscita un palpabile fastidio.
"No, in realta' non voglio dimostrare niente..."
"No, non mi sento piu' furba di prima....si, forse siamo molto diversi...io e te...come sono io? "
"Sinceramente mi sembra eccessivo che adesso arrivi a chiederti se mi conosci veramente... Guarda che lo so che tu in posto cosi' non ci verresti mai.. infatti mica ho portato te..."
"Vabbe' ciao, ci sentiamo..."

Saturday, December 29, 2007

E siamo sempre qui. Ad aspettare che venga sera. Sono diversissima da qualche anno fa. O forse mi piace pensarlo. Sono tornata al paese per natale e mi aggiravo per le strade e ogni compaesano che mi salutava, mi suscitava il solito invariabile pensiero: ma come fa a riconoscermi? Mi credo diversa ed invece ho la stessa cazzo di pettinatura e camminata storta di sempre.

Se mi chiedono che lavoro faccio adesso, ho la gioia di potere dire una roba che nessuno capisce. I miei me lo hanno gia'chiesto un paio di volte. So che a loro non e' che freghi molto. E' il vicino. Devono dirlo al vicino e non sanno bene che dire.

Non so bene se sto servendo il male.

Vorrei lanciare invettive sui miei vicini di computer. Ma non riesco. In questi giorni ho l'autostima e la capacita' di giudizio di un lemming che sta per lanciarsi nel fosso.

Vorrei raccontare del Xmas party, della telefonata da Minneapolis e la certezza che mi avrebbero licenziato hic et nunc, ceteribus paribus, et cetera. Ma non mi va. Alla fine sono sempre le solite tre cagate o tre cazzate che ripropongo a me stessa e poi al ritorno la sera non riesco a prendere sonno e cerco di autopunirmi pigliando a craniate il lavabo.


Bello il concerto degli Wombats. Era la prima volta che vedevo un pogo in Olanda. Lunedi' vedo se riesco ad accattare il biglietto per Jens Lekman.

Wednesday, October 24, 2007

Mi hanno grattato il cellulare e la cosa che piu' mi rattrista e' avere perso i messaggi del Mulo che conservavo gelosamente. Soprattutto quello che citava l'osteria di Biana.

Ho prenotato biglietti per i Wombats e vado al lavoro in bici. Mi trovo a due pianeti di distanza dal mio vicino di scrivania. In ufficio i miei colleghi hanno i polsini con i gemelli e fanno della mia bici argomento di conversazione a pranzo. Un argomento di sollazzo.

Sono diventata amica dell'autista della ditta. Mi fa sentire meno insicura. Non mi mette in discussione ed e' stato in vacanza in Italia. Non conosce i Wombats. Ma approva la bicicletta.

Ma che sono mi credevo che laureandomi in scienze finanziarie andavo a lavorare dalle clarisse?
Temo di non farcela. Manco di tutto. Cervello, polsini, Audi, sicumera, prontezza, capi di vestiario, capacita' di analisi....

Sunday, October 14, 2007

Mi hanno presa!
Alla fine vestita con tailleur nero e con i collant di scorta in borsetta, ho buttato alle ortiche Mosca oggi per Mosca domani.
Il mio vicino di desco compra e vende miliardi. E io? Io niente, ho ancora tanto da imparare. Mi chiedo perche' mi abbiano presa e se di nuovo ci sia stato un mortificante scambio di persona. Ma questa e' un' altra storia. Quella dello scambio di persona.
Risale a qualche anno fa e mi prende troppi paragrafi.


Intanto il computer domestico e' morto e il cellulare rubato. Vivo allegramente irrangiungibile, dividendo il parterre lavorativo con 40 uomini. Io sola, con i miei collant stretti in borsa, guardo da dietro il monitor l´unica donna oltre la sottoscritta.

L´ho gia´ sentita lamentarsi di me.

Diceva che non capiva cosa ci facevo li´.
Nemmeno io. Spero che non sia un mortificante scambio di persona. Ma nel frattempo fammi sognare un po'. Bagascia.

Friday, September 21, 2007

Devo fare il quarto colloquio. Quarto, porca vacca. In un mese.Per la stessa ditta. Un equilibrio isterico dentro di me che a seconda della quantita' di liquerizia che mastico (e' risaputo che fa alzare la pressione) dondola da rantoli interni disperati "pigliatemi, pigliatemi, pigliatemi" e poi dondola indietro verso "ma andè a caghè tut".

Oggi quando cala il sole, inizia Yom Kippur. Voglio scusarmi con tutte le persone che ho fatto soffrire. Che ho ignorato oppure perseguitato. Voglio perdonare ed essere perdonata. Per tutte le telefonate fastidiose e ruggionose ai miei genitori. Della voce irritata che mi viene quando sto per mestruarmi. Anche di quella risma di carta che ho ciulato al professore un giorno che stavo in rosso e lui era andato nella saletta del caffe'.

Tante, tante, troppe cose...

Tuesday, September 04, 2007

Sono cosi' insicura che mi spavento da sola e mi chiedo come abbia fatto a trascinarmi fino a questo punto della mia fottutissima vita. Vorrei a volte trovare in me un nerbo, un'asticella, un filo di ferro a cui aggrapparmi e invece sono un misero sacchetto di lacrime, crema Nivea, liquerizia e adipe.

Non mi sono evoluta dalle scuole elementari. Una serie di fortuite coincidene mi ha portato di qua e di la', ma mi sono rimasti i pieni di coccio. E la capa di cazzo.

Thursday, August 30, 2007

Giuro di non morsicare piu'. Mai piu'. Giuro. Non si deve giurare di suo. Tanto piu' non si deve giurare se poi non sei sicura di mantenere il giuramento. Che fai peccato due volte.
Come faccio ad assicurarmi che veramente non morsichero' mai piu'? Mi faccio un tatuaggio sul polso. Coma la Angelina si e' tatuata di non mangiare che poi ingrassa. Io mi scrivo di non morsicare il prossimo mio.

Non so perche' l'ho fatto. Ci sarebbero un sacco di motivazioni reali e di circostanza. Del tipo, io volevo la chiave, ero arrabbiata, era uno scherzo, pensavo di morsicare appena appena la spalla e fare mollare la presa della mano corrispondente. La verita' e' che come talvolta mi capita, i neuroni si sono scollegati e invece di dire la solita monata, gli ho piantato un morso. Alla cieca. E l'ho fatto sanguinare. Diciamo che il peggio e' proprio che poi sanguinava e mi guardava come si guarda una gorgone infuriata o l'anticristo o la bolletta della telecom.

Anche cercare di dare giustificazioni logiche non ha senso. E che non ho piu' 12 anni quando morsicai il bullo che angariava mio fratello e pure lui fini' per sanguinare. Ma diciamo, che in quel contesto, la ricreazione, in quell'eta', in quel sustrato sociale - come si dice in Toscana- ci stava. Il morso ci stava.
A 33 anni e' difficile da collocare. Mi sento una merda. Veramente.

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