Dopo avere lasciato per settima volta martijn, sono andata in piscina e mi sono fatta una lampada.
Mi sentivo anche bene e mi sentivo un po' felice che finalmente non avevo più motivi per soffrire e mi sentivo che non gli rinfacciavo niente.
Poi mentre attraversavo il Pijp in bici una ragazzina, mi ha spinto con l'unico e chiaro intento di farmi cadere dalla bici mentre placida pedalavo.
Siccome sono sempre in bici è difficile farmi cappottare e malgrado il ciclo sia finito piegato orizzontale, non mi sono fatta niente. La ragazza è andata oltre, probabilmente soddisfatta o immemore del gesto a me inflitto.
Ho solo gridato hey e per un attimo un fulmine nel cervello mi ha fatto desiderare di buttare giù la bici, raggiungere la ragazza e piantarle un pugno sulla spalla magri gridando "What the fuck". Ho sentito il sangue correre alle narici, come quando al vecchio ufficio beccavo il collega arrested development a cazzaggiare in Internet mentre io e Ingrid ci facevamo il culo a tradurre. Di solito sentivo ondate di sangue alla testa e tutto iniziava a girare. E' la pressione alta. Come mio padre quando la pressione mi sale, sono capace di fare e dire qualunque cosa.
Però non ho mollato la bici e non ho rincorso la ragazza. Ho pensato che forse come dice Sergej tutto quello che ci arriva, dobbiamo accettarlo.
Poi ho pensato che come Martijn anche lei non aveva calcolato le conseguenze reali del suo gesto. Per lei quella era solo una spinta data ad una persona a caso, data perché quel giorno le girava così, data perché non riusciva a controllare il corpo e la mente.
Per me la sua spinta era dolore fisico e dolore mentale di vedersi colpita senza motivo.
Poi ho caragnato ben bene e pensato che ero stanca di prendere spinte da Martijn e vederlo camminare oltre e che adesso anche se l'avevo lasciato mi sentivo come nel Pijp con la bici orizzontale sotto gli sguardi curiosi e estranei dei passanti.
Mi sentivo anche bene e mi sentivo un po' felice che finalmente non avevo più motivi per soffrire e mi sentivo che non gli rinfacciavo niente.
Poi mentre attraversavo il Pijp in bici una ragazzina, mi ha spinto con l'unico e chiaro intento di farmi cadere dalla bici mentre placida pedalavo.
Siccome sono sempre in bici è difficile farmi cappottare e malgrado il ciclo sia finito piegato orizzontale, non mi sono fatta niente. La ragazza è andata oltre, probabilmente soddisfatta o immemore del gesto a me inflitto.
Ho solo gridato hey e per un attimo un fulmine nel cervello mi ha fatto desiderare di buttare giù la bici, raggiungere la ragazza e piantarle un pugno sulla spalla magri gridando "What the fuck". Ho sentito il sangue correre alle narici, come quando al vecchio ufficio beccavo il collega arrested development a cazzaggiare in Internet mentre io e Ingrid ci facevamo il culo a tradurre. Di solito sentivo ondate di sangue alla testa e tutto iniziava a girare. E' la pressione alta. Come mio padre quando la pressione mi sale, sono capace di fare e dire qualunque cosa.
Però non ho mollato la bici e non ho rincorso la ragazza. Ho pensato che forse come dice Sergej tutto quello che ci arriva, dobbiamo accettarlo.
Poi ho pensato che come Martijn anche lei non aveva calcolato le conseguenze reali del suo gesto. Per lei quella era solo una spinta data ad una persona a caso, data perché quel giorno le girava così, data perché non riusciva a controllare il corpo e la mente.
Per me la sua spinta era dolore fisico e dolore mentale di vedersi colpita senza motivo.
Poi ho caragnato ben bene e pensato che ero stanca di prendere spinte da Martijn e vederlo camminare oltre e che adesso anche se l'avevo lasciato mi sentivo come nel Pijp con la bici orizzontale sotto gli sguardi curiosi e estranei dei passanti.